GittoPresentiamo con questa piccola intervista Matteo Gitto (Serie A1), Leonardo Samminiatesi (Under 17) e Duccio Vannini (Under 15).

Una caratteristica vi accomuna, la grinta: cosa ti scatta dentro durante le competizioni?
M
: Innanzitutto partiamo dal presupposto che se un ragazzo pratica questo sport è perché vuole divertirsi….e io parto sempre con questa mentalità, divertirmi! Ti aiuta anche a non accumulare tensione prima di ogni Match.

Durante le competizioni mi scatta quella voglia di giocare e dare sempre il 120 per cento in ogni azione, minuto, secondo, non concedendo neanche un centimetro al mio avversario. La concentrazione deve essere sempre al massimo e soprattutto la TESTA è la vera arma che contraddistingue un giocatore medio da quello forte!

L: Nel pre-partita di solito non sono molto teso, cerco di scacciare lo stress e trovare la calma, ma quando l’arbitro fischia l’inizio della partita sento quel “dolore” allo stomaco che mi dà una spinta in più, la carica giusta per affrontare l’incontro. La cosa che più mi carica è pensare per un attimo ai sacrifici che faccio con tutta la squadra, pensare che adesso è il momento giusto per dare il massimo e raggiungere un obiettivo per il quale sudiamo tutti i giorni.
D: Quando entro in acqua cerco di concentrarmi al massimo senza emozionarmi e senza spaventarmi, anche se davanti a me trovo avversari più grossi (vista la mia corporatura) o più forti. Per carattere durante le partite cerco sempre di aiutare i miei compagni nel caso in cui fossero in difficoltà o troppo nervosi….non mi butto mai giù sui miei errori.

Come reagisci alle provocazioni e alle offese?
M: Giocando e vincendo, perché in questo sport di provocazioni e offese ce ne sono ogni minuto.
L: Le offese non mi toccano minimamente, anzi mi danno un motivo in più per giocare al massimo e dimostrare all’avversario che si gioca con i fatti e non con le parole. Sulla reazione alle provocazioni “fisiche” devo lavorare ancora molto: ogni volta, ogni partita. Sia questa che la scorsa stagione ho trovato allenatori che mi hanno fatto sicuramente maturare anche da questo punto di vista.
D: A volte nelle partite mi capita di avere dei litigi con gli avversari ma cerco di mantenere la calma per non mettere in difficoltà la mia squadra…se proprio devo, reagisco senza farmi vedere dall’arbitro agendo sott’acqua.

Come vivi la sconfitta?
M: La sconfitta non fa mai bene, però delle volte ti aiuta a crescere, a capire i tuoi errori per poi non farli più. È sempre un continuo migliorarsi, partita dopo partita.
L: Solitamente dopo le sconfitte sono molto nervoso e amareggiato, anche se so di aver dato il cento per cento, perché avrei voluto fare qualcosa in più. Dopo aver riflettuto sugli errori, sin dal giorno dopo, si volta pagina e si lavora ancora più seriamente e duramente di prima, trasformando la delusione della sconfitta in energia positiva per affrontare i prossimi incontri e le prossime sfide.
D: Solitamente non pensiamo alla sconfitta, infatti in ogni partita cerchiamo di dare tutti il massimo per non perdere. Se capita ripenso ai miei errori….ma come prima reazione mi arrabbio con il mondo e mi sfogo su qualche oggetto….la mia borsa ne sa qualcosa!!

Per te l’arbitro cosa rappresenta?
M: È un mestiere delicato, sempre scomodo, visto che qualsiasi decisione presa comunque scontenta qualcuno. Può decidere le sorti e l’andamento di un Match. Ormai si deve pensare che anche un arbitro come un giocatore può sbagliare, bisogna solo aver fiducia e non pensare male.
L: Per me l’arbitro è l’ottavo uomo in campo della squadra avversaria, e parto dal presupposto che non mi regalerà niente. Di conseguenza devo vincere giocando anche contro di lui, capendo come fischia, cosa permette di fare e cosa non tollera minimamente. Il tutto portando sempre il massimo rispetto, anche se le decisioni non sempre sembrano giuste ed eque.
D: Per me l’arbitro è una persona con un fischietto in mano….spesso però non viene fatto un buon lavoro sulle valutazioni…la conseguenza sono le mie proteste e se mi freno è solo grazie al mio allenatore e ai miei compagni.

Alle volte personalità come le vostre possono creare spaccature nel gruppo; come ti senti all’interno della squadra? E l’equilibrio con l’allenatore?
M: Non credo…..mi sono sentito subito a mio agio, molti dei ragazzi li avevo conosciuti in kazan questa estate e da li ho capito che sarei andato in una squadra che aveva voglia di arrivare, di crescere, di migliorarsi…tutto rispecchia il mio modo di essere. Penso che il rapporto con Riccardo (Vannini) sia perfetto; nonostante la nostra età media (squadra più giovane del campionato) e non avendo un veterano in acqua che supera i 30 anni, ci ha fatto sentire tutti importanti, con molte responsabilità…..E A ME SERVIVA UNA STAGIONE COSÌ!!!!
L: Gioco a Firenze dalla scorsa stagione e sono arrivato in una squadra già affiatata che gioca insieme da molte stagioni, ma nonostante il mio carattere sono riuscito a integrarmi a pieno nello spogliato; questo è dovuto al fatto che tutti abbiamo voglia di fare e siamo sempre pronti a sacrificarci per questa passione.  Di allenatori ne ho avuti vari, sempre molto bravi e soprattutto seri. Personalmente cerco di avere un rapporto di dialogo con l’allenatore, un rapporto dove vengono sempre dette le cose come stanno. L’allenatore è un punto di riferimento molto importante e se c’è dialogo i problemi sono sicuramente più facilmente risolvibili.
D: Nella mia squadra mi sento come a casa, siamo una famiglia e condividiamo gran parte della nostra vita. Abbiamo passato, passiamo e passeremo bellissimi momenti insieme! All’interno del gruppo ho trovato molti amici, i quali mi aiutano in ogni momento, dentro e fuori dall’acqua. Io faccio lo stesso con loro perciò mi sento molto inserito e spero che i miei compagni provino le mie stesse emozioni. Con il mio allenatore Luca (Minetti) ci ho messo un po’ di più ad abituarmi, ma anche grazie ai miei compagni sono riuscito ad instaurare un bel rapporto con lui e adesso so che posso confidargli i miei problemi e le mie difficoltà e penso che con lui raggiungeremo grandi obbiettivi.

Nella vita quotidiana hai la stessa grinta?
M: hahhahaaha…..no completamente l’opposto….mi accontento sempre e questo non dovrei farlo.
L: In acqua riesco a esprimere me stesso in tutto e per tutto, ma anche fuori dall’ambito sportivo ho sempre la stessa grinta e voglia di fare, tutti gli impegni cerco di portarli a termine dando il massimo e sempre con la stessa voglia, non mollando mai, e cercando di superare tutti i problemi e trasformarli in stimoli in più per arrivare all’obbiettivo finale.
D: La mia vita quotidiana e’ basata soprattutto sulla scuola che fino ad ora ho preso un po’ sotto gamba; ma con molta grinta e forza di volontà sto cercando di raggiungere i miei traguardi!!

L’intervista è anche su:
WATERPOLO DEVELOPMENT WORLD

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Matteo (561)