UNA FAVOLA AL TEMPO DEL COVIDC’era una volta… e c’è ancora.

L’inizio è quello di una favola, la fine pure… si spera. La storia è quella vera della Rari Nantes Florentia, cominciata nel 1904 il prossimità dello “scoglio del Pignoncino”, diventato in seguito il trampolino dei mille tuffi in Arno, da parte d’intere generazioni di fiorentini.

Palestra di vita e punto di riferimento sportivo, sociale e civile, ancora oggi è il luogo culto dello sport fiorentino, dove si sono formati campioni e dirigenti, ma soprattutto uomini e donne che nel nome dello sport e dei suoi valori hanno portato in alto i principi umani e di solidarietà dell’Associazione.

Un angolo di città diventato negli anni l’Olimpo dello sport natatorio nazionale, prima stella e poi collare d’oro al merito sportivo, celebrata ai primi del ‘900 da Gabriele D’Annunzio, con uno scritto ancora custodito in sede, tra le centinaia di trofei, coppe e medaglie che ancora oggi si aggiungono alla già ricca bacheca gigliata.

Un patrimonio dal grande valore storico sportivo e un inestimabile capitale umano, che attualmente vanta 600 Atleti, 300 collaboratori, 19 dipendenti e quattro impianti. Un tesoro che tradotto in termini economici significa circa 40.000 Euro di spese mensili di utenze gas, luce e acqua per i maggiori impianti; 80.000 euro annui di spazi acqua, per l’utilizzo della Piscina Costoli per far allenare squadre ed atleti a cui si aggiungono circa 50.000 euro annui di spese Federali, fra iscrizioni ai campionati, tasse ed affiliazioni, questo anno per fortuna abolite dalla FIN. Dall’altro un’eccezione quasi assoluta in campo natatorio sportivo nazionale, con due squadre di pallanuoto nella massima serie, un record italiano dei 200 sl, una medaglia d’oro dei 200 dorso agli ultimi assoluti, un campione del mondo e record europeo categoria FSDIR, il settimo team a livello nazionale di sincro, un team di waterpolo ability e un gruppo giovanile in ascesa di circa 40 assoluti e 7 atleti in odor di Olimpiadi.

Numeri di una “multinazionale del terzo settore” che in termini gestionali rendono la RNF un modello virtuoso da studiare, avendo la struttura di un’azienda con le fondamenta di una Associazione. Una metafora che restando in termini fiabeschi potremmo definire “Un principe dall’animo gentile, trasformato in un gigante in attesa di tornare se stesso prima che la rosa appassisca”, come raccontava Jeanne – Marie Leprience de Beaumont nel suo celebre romanzo “La bella e la bestia”.

Un “fiore all’occhiello” da gestire tra le illusioni di un passato ingombrante e le delusioni di un presente avaro di sentimenti della città, in preda all’ansia del pallone a stelle e strisce. Un futuro difficile all’ombra della crisi che in questo momento costringe la società a scelte obbligate, spesso criticate dalle famiglie stesse, come afferma Andrea Pieri, generoso Presidente della società gigliata: “Nonostante le difficoltà economiche e logistiche di questi mesi, abbiamo scelto di mantenere aperto e in totale sicurezza l’impianto Nannini di Bellariva, per garantire quello che da sempre sappiamo fare, Sport. Il nostro obiettivo è tutelare i nostri atleti e tutti i nostri giovani, siano essi tesserati federali o no. Spesso ci si accanisce contro l’Associazione per decisioni che purtroppo non dipendono da essa, essendo scelte obbligate da parte del Governo. Restare aperti in queste condizioni, per noi è un sacrificio dai costi economici e umani altissimi. Per fortuna – aggiunge Pieri- l’Associazione al di là dei numeri vive di valori e principi sani, sorretti da un forte senso di appartenenza da parte dei nostri e delle nostre atlete, tutti a costo zero, dalla disponibilità dei collaboratori e dalla professionalità dei dipendenti a disposizione delle famiglie nonostante siano in FIS (Fondo integrazione salariale) che li rendono un valore inestimabile.

L’Associazione – chiude il Pieri – Vive grazie agli introiti delle gestioni che vengono interamente utilizzati per alimentare il comparto sportivo, da qualche contributo da parte delle amministrazioni comunali e regionali ma soprattutto grazie alle quote dei soci e delle iscrizioni da parte dei genitori. Se questi introiti “sicuri” vengono meno come in questo periodo, si rischia il collasso. Alle famiglie chiediamo comprensione e alla città riconoscimento e solidarietà”.

Lo sport non è solo il calcio milionario dei calciatori /aziende e dei club/ multinazionali, lo sport vive nel compenso della gloria e della vittoria che ogni singolo atleta sogna di raggiungere per se stesso e per i colori a cui appartiene, trasformando la tua Società nella tua famiglia, la tua piscina della tua casa i tuoi amici nei tuoi fratelli. Non importa se da solo o in squadra, lo sport ti regala le stesse emozioni nella vittoria e nella sconfitta. La gioia del successo e l’amarezza dei fallimenti che ti fortificano in prospettiva del duro percorso dell’esistenza.

Da queste parti il motto dovrebbe essere: A come Associazione, A come Acqua ma soprattutto A come Amore, perché amare la Rari è un po’ come prendersi cura di se stessi, della città e della sua gente, perché la Rari è di Firenze nei suoi luoghi e nelle sue attività a servizio della cittadinanza. Appartenere a questa Associazione è un po’ com’ essere accarezzati dal vento della storia ed esserne fieri di averne fatto parte.

Gianluca Rosucci